martedì 27 aprile 2010

La città verrà distrutta all'alba

L'originale La città verrà distrutta all'alba rappresentò nel 1973 il ritorno di George A. Romero a un cinema dinamico e apocalittico, dopo il fondamentale La notte dei morti viventi. Agli zombie si sostituivano persone normali rese pazze da un virus colpevolmente propalato da fonti governative: il formato narrativo rimaneva lo stesso, ma lo spunto scientifico-tecnologico costituiva una variante significativa che avrebbe preso piede dando a Romero un altro primato nell'innovazione e togliendo al cinema “virologico” quell'aura asettica che sin lì l'aveva contraddistinto (Andromeda è un esempio tipico). Con tutto ciò, diversamente da La notte dei morti viventi, La città verrà distrutta all'alba di Romero non è un film perfetto. Perciò, un remake - in quest'epoca in cui tutto viene rifatto - trova già a priori meno obiezioni del solito. All'opera si è dedicato Breck Eisner, giovane regista californiano dal curriculum non trascendentale, sulla base di una sceneggiatura che rielabora ampiamente la storia originale. Nella pacifica cittadina di Ogden Marsh, la gente comincia a comportarsi stranamente. Un tizio armato di fucile irrompe nel campo di baseball dove si sta giocando una partita. Lo sceriffo David Dutten lo conosce, come conosce tutti in città: pensa che sia semplicemente ubriaco e cerca di convincerlo ad abbassare il fucile, ma, quando il tizio gli punta contro il fucile, è costretto a ucciderlo. La dottoressa Judy Dutten, moglie dello sceriffo, cerca di alleviare il senso di colpa del marito per un omicidio così incongruo, ma le cose sono destinate a peggiorare. Di fronte a una situazione totalmente inaspettata per uno sceriffo di provincia, David non si perde comunque d'animo e indaga assieme al suo aiutante Russell. I due trovano un aereo precipitato nella palude vicina alla cittadina. Il micidiale carico dell'aereo ha contaminato l'acqua di Ogden Marsh liberando un virus che rende pazzi. Andando contro l'opinione dell'autorità cittadina che teme per i raccolti, David chiude l'acqua, ma è troppo tardi. I militari circondano l'area per evitare che il virus si diffonda e il caos domina sovrano. I segni dei comportamenti instabili che screziano la perfetta armonia della tipica cittadina di provincia americana sono introdotti con gradualità e sapienza, attraverso un meccanismo narrativo fluido e oliato. La suspense è creata con cura e abilità, partendo dal rovesciamento inspiegabile della normalità e arrivando a un ossessivo scatenamento di una violenza sempre più selvaggia. La disumanità dell'intervento militare aggiunge ulteriori cupi dettagli a un quadro senza speranza nel quale le persone perdono ogni connotazione umana o se la vedono negare da quelli che dovrebbero portare loro salvezza. Rispetto al film di Romero (che qui figura come produttore esecutivo), questo ha le qualità che a quello in parte difettavano (coesione narrativa, costruzione della suspense, recitazione professionale, effetti speciali adeguati) e manca delle caratteristiche che rendevano l'originale un film particolare (forte connotazione politica e anti-istituzionale, cattiveria e anticonvenzionalità). Due film diversi, quindi, ma ugualmente validi e di solido intrattenimento. Un problema per lo spettatore odierno può essere la mancanza di novità: il film di Romero era un precursore, questo segue una lunga serie di film nei quali il contagio virale rende pazzi scatenati o zombie. Non si può farne una colpa a Breck Eisner che ha diretto con efficienza e sensibilità il materiale narrativo che aveva tra le mani, riuscendo a realizzare efficaci momenti di tensione e a dipingere con tocchi di verità un incubo moderno e realistico. Complessivamente buona la resa degli interpreti, con una particolare menzione per l'incisivo Joe Anderson, visto recentemente in Rovine, un altro horror interessante. Gli appassionati saranno contenti di vedere il fulmineo cameo di Lynn Lowry, che era tra i protagonisti del film originale. Un film di Breck Eisner. Con Timothy Olyphant, Radha Mitchell, Joe Anderson, Danielle Panabaker, Christie Lynn Smith. continua» «continua Brett Rickaby, Preston Bailey, John Aylward, Joe Reegan, Glenn Morshower, Larry Cedar, Gregory Sporleder, Mike Hickman, Lexie Behr, Robert Miles, Rachel Storey, Brett Wagner, Tahmus Rounds, Frank Hoyt Taylor, Lisa K. Wyatt, Justin Welborn, Chet Grissom Titolo originale The Crazies. Horror, durata 101 min.

Matrimoni e altri disastri

Nanà è la primogenita di una ricca famiglia fiorentina e, al contrario della sorella, non è mai stata fortunata con gli uomini. Dapprima un'adolescenza da bruttina studiosa e poi un lungo rapporto culminato con la presa dei voti da parte del partner. Ora è una cinquantenne insoddisfatta. E come se non bastasse l'insoddisfazione di una vita priva d'amore (e di sesso, come non manca di ricordargli il suo pc), adesso dovrà anche organizzare il matrimonio della sorella minore, carina e spigliata, con un uomo che già le sta poco simpatico ma che ha conquistato tutta la famiglia. I giorni che la separano dalla cerimonia saranno un'unica lunga presa di coscienza. È un oggetto molto curioso Matrimoni e altri disastri. Un film che in fondo parla molto poco di matrimoni (ce n'è uno solo) e più che altro di disastri, familiari e non, in un nucleo disfunzionale al centro del quale c'è uno dei personaggi più curiosi del nostro cinema moderno: una donna di mezza età, sola (come sempre più spesso ci capita di vedere), dalle convinzioni progressiste salde solo a parole ma che sa trarre forza da queste incertezze invece che farne una debolezza. Nell'interpretare Nanà Margherita Buy bridgetjoneseggia per tutto il film (cosa in cui eccelle), in un tripudio di brutte figure, errori, distrazioni, inciampi, abrasioni, gaffes, stupori, colpi di scena, sfortune casuali e causate, tali e tante da andare oltre la macchietta e diventare instabilità pura. Con il suo incedere allegramente malinconico Nanà attraversa un film che non ha un unico intreccio bensì procede per accostamento di situazioni, sempre più estreme, a mano a mano che si avvicina la fatidica data del matrimonio, l'evento che scandisce il ritmo di tutta la storia. Più gli eventi sembrano pretesti per una gag o l'ennesimo incidente diplomatico (ma anche fisico) della protagonista, più emerge dall'altro canto un mood autentico. Come in un film di Virzì (e non sembra un caso che alla sceneggiatura ci sia Francesco Bruni) la protagonista diventa il collettore delle infelicità e dei problemi altrui, benchè tra tutti i personaggi presentati sia quella che più avrebbe da lamentarsi. Nonostante alcune cadute di stile, dei passaggi un po' raffazzonati e qualche ingenuità Matrimoni e altri disastri ha la qualità migliore che si possa riconoscere a un film, la consapevolezza di se stesso e una spiccata sincerità sentimentale. Con tono leggero ci racconta il percorso accidentato di una donna abituata ad addossarsi le sciagure altrui e intanto tiene di sfondo un'umanità pessima in ogni senso, alla quale però non ha l'arroganza di regalare disprezzo ma solo la giusta dose di esposizione. Procedendo per accumulo di instabilità riesce a raccontare in maniera sottile la caotica esistenza priva di certezze di chi, privo di una figura a cui regalare e da cui ricevere affetto, si affanna a cercare la normalità dimenticandosi che invece le persone "normali" sono quelle che non si sforzano di essere tali. Nonostante sia evidente da quale parte pendano le idee di chi scrive e chi dirige, ogni punto di vista è trattato con la medesima equità e la divisione non è mai in buoni e cattivi, quanto in disperati e ancora più disperati. Cosa decisamente inusuale in una commedia che si fa notare soprattutto per la sua comicità.Un film di Nina Di Majo. Con Margherita Buy, Fabio Volo, Luciana Littizzetto, Francesca Inaudi, Marisa Berenson. Mohammed Bakri, Massimo De Francovich, Italo Dall'Orto, Gianna Giachetti, Elisabetta Piccolomini, Stefano Abbati, Jarkko Pajunen, Antonio Petrocelli, Sergio Forconi, Laura Pestellini, Mehmet Gunsur, Danilo Nigrelli, Nicoletta Boris, Lorenzo Caponetto Commedia, durata 102 min.

From Paris With Love

Assistente dell'ambasciatore americano a Parigi, James Reeves sogna di fare l'agente segreto. L'occasione si presenta per un summit internazionale quando gli viene affidato un partner, Wax, dai metodi non proprio convenzionali… From Paris With Love é un assaggio di quello che l'Europa Corp ha in cantiere per gli anni a venire. Con una faraonica Cinecittà parigina in costruzione, la casa di produzione e distribuzione di Luc Besson mira a contrastare il dominio americano nei film d'azione. Lo fa tuttavia in maniera quasi caricaturale, con gli stessi metodi ma senza la profondità dell'immaginario hollywoodiano. Diretto da Pierre Morel, regista di District B13, il demenziale film d'azione ambientato in banlieue, e del campione al botteghino statunitense Io vi troverò, From Paris With Love é una corsa ironica e ritmata tra sparatorie e inseguimenti. La trama regala un colpo di scena ben architettato ma il contrasto tra Johnatan Rhys Meyer, funzionario elegante e preciso, e John Travolta, poliziotto clown, conciato in maniera improbabile, deriva spesso nel cartoonesco, quasi nella serie B. Per la cronaca, Wax fuori dal finestrino durante un inseguimento in autostrada, parla al cellulare puntando un bazooka. La deriva é comunque consapevole e la buona dose di spesso ingiustificata violenza sembra indicare un pubblico da home video. Parigi dovrebbe d'altra parte essere al centro della vicenda ma contrariamente a un film di James Bond, dove i luoghi determinano la costruzione delle scene spettacolari, il film di Morel non fa che mostrare qualche amenità sulle banlieue e Chinatown, riuscendo a integrare la città nell'azione giusto in un simpatico inseguimento sui tetti in ghisa. Come in Io vi troverò, lo sguardo sulla metropoli resta in bilico tra il turistico e l'esotico, il che é abbastanza paradossale per una produzione francese. A riprova che lo strano metodo produttivo impostato da Besson ha come principale obiettivo il mercato americano, c'é che dalle sale parigine, From Paris With Love é sparito dopo poche settimane. Un film di Pierre Morel. Con John Travolta, Jonathan Rhys-Meyers, Kasia Smutniak, Richard Durden, Chems Dahmani. continua» «continua Yin Bing, Eric Godon, François Bredon, Sami Darr, Julien Hagnery, Mostéfa Stiti, Rebecca Dayan, Michaël Vander-Meiren, Didier Constant, Amber Rose Revah, Melissa Mars, Farid Elouardi Azione, durata 92 min. - Francia 2010. - Moviemax uscita venerdì 16 aprile 2010.