sabato 28 maggio 2011

USCITE FILM DEL 27/05/2011

Una notte da leoni 2

Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) e Doug (Justin Bartha) partono alla volta della Thailandia per il matrimonio di Stu. Dopo l’indimenticabile addio al celibato di Las Vegas, Stu decide di non correre rischi e opta per un piccolo e sicuro brunch pre-matrimoniale. Ma le cose non vanno come previsto: quel che accade a Vegas rimane a Vegas, come recita il detto, ma quello che avviene a Bangkok non lo si può nemmeno immaginare.

Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms), Alan (Zach Galifianakis) and Doug (Justin Bartha) left for Thailand for the wedding of Stu. After the unforgettable bachelor party in Las Vegas, Stu decided to play it safe and opt for a small and safe pre-wedding brunch. But things did not go as planned: what happens in Vegas stays in Vegas, as the saying goes, but what happens in Bangkok you can not even imagine.

 







Balla con noi

Hanno vent'anni, dei sogni da realizzare, degli ostacoli da superare. Hanno l'energia dei sentimenti, l'incoscienza dell'età, le incertezze di chi non sa come sarà il domani. Hanno idee diverse, diverso colore della pelle, ma hanno in comune una grande passione: ballare.

They have two decades of dreams to be realized, the obstacles to be overcome. They have the power of feelings, the unconscious of age, the uncertainties of those who do not know how it will be tomorrow. They have different ideas, different skin color, but they share a great passion: dancing.












Cirkus Columbia

Bosnia ed Erzegovina, 1991. Il comunismo è caduto e Divko Buntic torna al villaggio dove è cresciuto per riappropriarsi della casa di famiglia. Dopo un esilio di 20 anni in Germania, Divko arriva con la sua Mercedes rosso fiammante accompagnato dalla giovane e sexy fidanzata Azra, il gatto nero fortunato Bonny e le tasche piene di marchi tedeschi. Cash e il cugino Ivanda, il recentemente e "democraticamente" eletto sindaco, aiutano Divko a sfrattare la moglie abbandonata Lucija e il loro figlio ventenne Martin. Dopo essere scampati all'arresto da parte della polizia in seguito alla rissa durante lo sfratto, Martin e Lucija vengono sistemati in un piccolo appartamento in una casa comunale. A sua volta sistematosi nella sua vecchia casa, Divko tenta un avvicinamento con Martin, il figlio che non aveva mai conosciuto.

Bosnia and Herzegovina, 1991. Communism collapsed and Divko Buntic back to the village where he grew up to reclaim the family home. After an exile of 20 years in Germany, Divko arrives with his bright red Mercedes accompanied by the young and sexy girlfriend Azra, the black cat lucky Bonny and his pockets full of German marks. Ivanda Cash and his cousin, the recently "democratically"elected mayor, Divko help to evict the deserted wife Lucija and their son Martin twenties. After having escaped arrest by the police following the brawl during the eviction, Martin and Lucija are placed in a small apartment in a communal house. A systematic turn in his old home, Divko attempt a rapprochement with Martin, the son he never knew.


 



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Corpo Celeste

Marta ha tredici anni e, dopo dieci anni passati con la famiglia in Svizzera, è tornata a vivere nel profondo sud italiano, a Reggio Calabria, la città dov'è nata. Marta è esile, attenta, con un'andatura un po' sbilenca e un'inquietudine che la fa assomigliare ad una creatura selvatica. Ma ha una grazia speciale, e mentre passa tra gli altri come una piccola fata guarda e sente tutto: non ricorda molto della sua infanzia a Reggio, la città è cresciuta senza nessun ordine, è per lei rumore, resti antichi accanto a palazzi ancora in costruzione e vento, un mare che si intravede vicino e sembra impossibile da raggiungere.
Marta inizia subito a frequentare il corso di preparazione alla cresima, l'età è giusta, ed è anche, le ripetono tutti, un bel modo per farsi nuovi amici. Senza la cresima non ti puoi neanche sposare! Incontra così don Mario, prete indaffarato e distante che amministra la chiesa come una piccola azienda, e la catechista Santa, una signora un po' buffa che guiderà i ragazzi verso la confermazione.

 Marta was thirteen years old and, after ten years with his family in Switzerland, returned to live in the deep south Italian, Reggio Calabria, the city where she was born. Marta is slight, alert, with a pace a bit 'lopsided and restlessness that makes her look like a wild creature. But it has a special grace, and as it passes between the others like a little fairy looks and feels everything he does not remember much of his childhood in Reggio, the city has grown without any order, is for her noise, ancient ruins next to buildings still in construction and wind, a sea that is visible and it seems near impossible to achieve.
Martha starts to attend the course of preparation for Confirmation, the age is right, and it is also, I repeat all, a great way to make new friends ... (continued). Without confirmation you can not even married! Meet as Don Mario, a priest and distant busy administering the church as a small business, and the Santa catechist, a lady a bit 'funny that will guide the children towards the confirmation.


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Et in Terra Pax

L'estrema periferia romana fa da sfondo a tre storie prima parallele e, successivamente, legate fra di loro dal filorosso della droga e della criminalità. Marco, dopo cinque anni passati in carcere, torna a casa sforzandosi di cercare una vita normale e lontana dai traffici illeciti che avevano causato il suo arresto. Il tentativo di dimenticare il suo passato e di iniziare una nuova vita è destinato al fallimento. Marco si ritrova di nuovo a convivere con la delinquenza ed inizia a vendere cocaina sulla panchina di un piccolo parco che per lui diverrà una sorta di isola dalla quale gli è possibile osservare le vite altrui, riflettere su se stesso e metabolizzare gli eventi che lo porteranno al suo inutile sacrificio finale. Sonia, studentessa universitaria, lavora nella bisca di Sergio. Il suo tentativo di studiare e di rendersi indipendente economicamente viene vanificato dalla dura realtà che la circonda. La terza storia riguarda tre ragazzi, Faustino, Massimo e Federico. Diversi fra loro ma costretti ad un’amicizia che li rende apparentemente invulnerabili.

The extreme outskirts of Rome is the setting for three stories first parallel and then connected to each other by filorosso of drugs and crime. Mark, after five years in prison, returns home trying to find a normal life and away from the illegal trafficking that had caused his arrest. The attempt to forget his past and start a new life is doomed to failure. Marco finds himself once again to live with the crime and begins to sell cocaine on a bench in a small park that will become for him a sort of island from which he can observe the lives of others, reflect on itself and metabolise the events that brought him into to his final sacrifice useless. Sonia, a university student, works in the gambling den of Sergio. His attempt to study and become independent economically negated by the harsh reality that surrounds it. The third story is about three boys, Faustino, Massimo and Federico. Several among them, but forced a friendship that makes them seem invulnerable.





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The Housemaid

Euny viene assunta come aiuto-governante presso una ricca famiglia borghese. Il padrone di casa, Hoon, la seduce e ne fa la sua amante. La vita di tutta la casa vacilla.

Euny is hired as an assistant housekeeper with a rich family. The landlord, Hoon, seduces her and makes her lover. The life of the whole house is shaken.

 



sabato 21 maggio 2011

This Must Be the Place - recensione del film di Paolo Sorrentino

Italia in concorso a Cannes, con il nuovo film di Paolo Sorrentino

Cheyenne non è una rock star dark ritiratasi da vent'anni dalle scene. È un folletto, un alieno (soprattutto a sé stesso), una figura eterea e fragile che viaggia a frequenze e ritmi del tutto differenti dal mondo che lo circonda e che attraversa. Che attraversa alla ricerca del nazista odiato dal padre, ebreo finito in un campo di concentramento, e - come in ogni storia on the road che si rispetti - di qualcosa di più ampio e profondo di quello.

Uno dei grandi fascini di This Must Be the Place risiede proprio nell'aver vinto una delle sue scommesse più difficili, quella di raccontare con equilibrio ed efficacia un personaggio a rischio come quello interpretato da un bravo Sean Penn.
Perché il suo essere così estraneo ed estraniato rispetto ad ogni contesto rispecchia motivazioni iconografiche e narrative, rende le cose intriganti, è metafora chiarissima della fragilità di certi sentimenti e certi modi di essere (nel mondo) che (nel mondo di oggi) ci appaiono bizzarri e folkloristici cimeli del passato, coccolati ancora solo da nuove generazioni di outsider.

Nega di essere alla ricerca di sé stesso, Cheyenne, e probabilmente ha ragione a farlo. Perché lui, Peter Pan burtoniano prigioniero volontario di un'infanzia che non ha mai abbandonato, non si cerca.
Ma trovando l'uomo le cui tracce ha seguito attraverso gli Stati Uniti (un uomo con cui, in maniera del tutto non casuale, condivide un cognome fasullo), ritroverà un padre che aveva abbandonato, il coraggio di uscire dai tunnel in cui si era chiuso da ragazzino. Accendendo una sigaretta, di indulgere nell'unico vizio che non l'aveva mai attratto, perché “i bambini non sono attratti dal fumo”: e quindi di diventare grande. Fino ad una trasformazione finale che - per chi scrive, e proprio in virtù di quanto detto finora - ha il retrogusto amaro di una normalizzazione non necessaria.

Scrive per la prima volta assieme a un altro sceneggiatore, Paolo Sorrentino, e si sente. In This Must Be the Place c'è uno sguardo più speranzoso e conciliato rispetto alla sua precedente filmografia, i toni caustici sono ammorbiditi, l'amarezza presente ma prontamente addolcita. Rimagono invariate, invece, le cifre stilistiche - visive, fotografiche, musicali e sonore - che fanno del napoletano uno dei migliori esponenti del cinema di casa nostra e non solo.
E This Must Be the Place rimane un film ricco di momenti alti, capace di colpire emotivamente: anche e forse soprattutto nei momenti in cui la levità elfica del suo protagonista si trasforma in contenuta ma disperata rabbia. Come quando Cheyenne urla il suo dolore in faccia ad un basito David Byrne.
Ma è anche un film con alcune ombre, pur sottili: ombre di una (in)completezza evanescente, impalpabile e programmat(ic)a, di un scrupolosità quasi ossessiva.

"It’s not true, but it’s kind of you to say it", ripete spesso Cheyenne nel film. In qualche modo, obliquamente e con parafrasi, lo si potrebbe dire anche a Paolo Sorrentino.

Drive - la recensione del film di Nicolas Winding Refn


Prima volta in Concorso a Cannes per il danese Nicolas Winding Refn

Tutta la versatilità, l'eclettismo, la potenza dirompente che Nicolas Winding Refn aveva dimostrato fino a questo momento, in Drive trovano una conferma e una sintesi esplosa che non fanno altro che confermare il talento enorme di questo quarantenne danese.
Drive, che fin dal titolo richiama esplicitamente un sottovalutato titolo di Walter Hill come Driver l'imprendibile, è certo una rielaborazione del cinema noir degli anni Settanta, certo rilegge certa estetica degli Ottanta, ma al tempo stesso è un film unico e personalissimo, proiettato a velocità massima verso il futuro del cinema.
Un futuro che non è né rifiuto del passato né annegamento in tecnologie spesso superflue, né tantomeno un postmodernismo che oramai sa già d'antico.

Winding Refn rilegge il genere e i suoi autori di riferimento con uno sguardo di cristallina e virginale purezza, e di abissale profondità analitica, di campo e (quindi) emotiva. Utilizzando un linguaggio personalissimo, capace di classicismo e radicale innovazione all'interno della stessa scena. Perché la doppiezza, positivamente intesa, è esplicitamente la chiave tutta di Drive: incarnata in un protagonista dalla doppia vita e dalla doppia natura caratteriale, eppure sempre sé stesso in maniera innegabile e unitaria.
La doppiezza di un film capace di azione e ultraviolenza indissolubilmente intrecciate con un romanticismo asciutto e palpitante, come solo il Michael Mann di Heat e di Miami Vice era riuscito a fare.
E la tensione costante tra le due facce di un film unico in tutti i sensi si fa elettrica e devastante.

Fin dalla prima, spettacolare scena d'apertura, Winding Refn mette lo spettatore su delle spine che, anche quando cambia bruscamente registro, non lo abbandonano mai. Perché la tensione di Drive è spettacolare e nervosa, romantica ed emotiva: muta di natura, ma mai di intensità. Come l'espressione volutamente imperturbabile di un protagonista cool as ice, interpretato da un Ryan Gosling in grado di comunicare una gamma ampissima di emozioni utilizzando unicamente lo sguardo e - alcune volte - gli angoli della bocca.

Silenzioso e glaciale, il kid del film - solitario cavaliere senza nome - attraversa la notte, la città e la vita. E noi lo seguiamo sul sedile del passeggero, ipnotizzati dallo stile e impressionati dai gesti profondi e taglienti come rasoi. Che siano quelli, dolcissimi, rivolti alla donna di cui si è innamorato e al figlioletto di lei; quelli dolenti e dolorisi di quando è costretto a farsi da parte; quelli precisi e millimetricamente calcolati di quando è al volante; quelli di ancestrale e spietata violenza, che esplodono quando il corso degli eventi lo mette all'angolo e lo costringe alla difesa di una vendetta che è protezione dei suoi amori.

Drive è romanticismo puro, doloroso, ovattato, ultranoir. Lasciarsi dilaniare dalla sua tensione, ipnotizzare dallo sguardo generoso e selvaggio di Nicolas Winding Refn è pura esperienza cinematografica.

La source des femmes - la recensione del film di Radu Mihaileanu

Ultimo film in concorso al Festival di Cannes 2011

Se il suo ultimo film, Il concerto, era una favola non dichiarata, questa volta Radu Mihaileanu mette le carte in tavola da subito. Con una didascalia che dichiara esplicitamente la natura favolistica della sua storia, a gusto del regista ulteriormente enfatizzata dal fatto di ambientare i fatti "in un villaggio che potrebbe trovarsi in un luogo qualunque del Maghreb o della Penisola Arabica".

Qualche indizio sullo sguardo un po' facilone e sfocato che La source des femmes presenta sul mondo arabo e sull'Islam arriva proprio da questa confusione geografica del regista, che negando differenze che non si può presumere non conosca, dimostra come il suo film affronti uno stereotipo in modo piuttosto monolitico.

Benché più che condivisibile nella sua essenzialità di base, la storia di La source des femmes non è sufficientemente supportata da una struttura, che è debole, prevedibile e che tradisce qualche furberia.
Chi infatti non solidarizzerebbe con le donne del film, donne che abitano un villaggio (evidentemente magrebino) ancora senza luce e senz'acqua, e che stanche di dover farsi carico dei lavori più pesanti a costo di fatiche e persino aborti, scelgono di mettersi contro i loro uomini fannulloni utilizzando l'unica arma a loro diposizione, ovvero attuando uno sciopero del sesso?

Ma Mihaileanu, che si tiene ben lontano dalle leggerezze di Train de vie e vorrebbe fare di questo film un'operetta morale, declina la vicenda in modi più facili e retorici possibili. E allora ecco le incertezze e le timidezze prima di scioperare, gli scontri programmatici tra uomini e donne, l'insorgere di violenze, lo scoppio delle crisi, il rifugio nell'integralismo, i tentativi di reazione. Fino ad un finale facilmente prevedibile.
A tutto questo poi, il regista associa una serie di sottotrame, sempre legate al grande tema della condizione femminile, che sembrano trarre ispirazione da quelle soap opera messicane che le protagoniste del suo film a tratti citano.

Non sono il ritmo, il colore o i temi, a mancare a La source des femmes. È uno sguardo che fosse realmente curioso, critico, pronto ad abbracciare la problematicità anche mantenendo toni lievi. Uno sguardo che fosse meno ovvio e folkloristico di quello di Mihaileanu, che assortisce una sorta di spettacolo ad "effetto garantito" per i suoi spettatori, come le donne del villaggio che racconta si esibiscono in sempre appetibili balli e canti tradizionali quando gruppi di turisti capitano da quelle parti.

USCITE FILM DEL 20/05/2011

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare

(Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides)

In Pirati dei Caraibi 4, Johnny Depp torna a vestire gli ironici panni del Capitano Jack Sparrow. Quando Jack incontra una donna del suo passato (Penelope Cruz), non è certo se si tratti di amore, o se lei sia una spietata artista dell'imbroglio intenzionata a usarlo per trovare la leggendaria Fontana dell'Eterna Giovinezza. Nel momento in cui lo costringe a salire a bordo della Queen Anne's Revenge, la nave del famigerato pirata Barbanera (Ian McShane), Jack si ritrova in un'inaspettata avventura in cui non sa chi temere di più: Barbanera o la donna del suo passato.

In Pirates of the Caribbean 4, Johnny Depp returns to clothe the ironic role of Captain Jack Sparrow. When Jack meets a woman from his past (Penelope Cruz), it is doubtful whether this is love, or if she is a ruthless artist dell'imbroglio willing to use it to find the legendary Fountain of Youth. The moment forced him to climb aboard the Queen Anne's Revenge, the ship of the notorious pirate Blackbeard (Ian McShane), Jack finds himself in an unexpected adventure that does not know who to fear more: Blackbeard or the woman of his past .

 






The Tree of Life

(The Tree of Life)

E' la storia di una famiglia del Midwest negli anni cinquanta attraverso lo sguardo del figlio maggiore, Jack, nel suo viaggio personale dall'innocenza dell' infanzia alle disillusioni dell' età adulta in cui cerca di tirare le somme di un rapporto conflittuale con il padre (Brad Pitt). Jack - che da adulto è interpretato da Sean Penn - si sente come un'anima perduta nel mondo moderno che vaga nel tentativo di trovare delle risposte alle origini e al significato della vita, tanto da mettere in discussione anche la sua fede

It 's the story of a Midwestern family in the fifties through the eyes of his eldest son, Jack, in his personal journey from innocence of children ' to the disillusionment of 'adulthood in which he tries to sum ​​up an adversarial relationship with the father (Brad Pitt). Jack - who as an adult was played by Sean Penn - feels like a lost soul wandering in the modern world in an attempt to find answers to the origins and meaning of life that calls into question his faith also

 






Il Dilemma

(The Dilemma)

Due amici fraterni sono anche soci in affari. Il loro rapporto si incrinerà a causa dei tormenti di uno dei due, che ha visto la moglie dell'amico al ristorante in atteggiamenti intimi con un altro uomo e non sa se informare l'amico o tenersi tutto per sé.

Two close friends are business associates. Incrinerà their relationship because of the torments of one of the two, which saw the wife of the restaurant in attitudes intimate with another man and does not know whether to inform a friend or keep all for himself.

 

 

 






Il ragazzo con la bicicletta

(Le gamin au vélo)

Cyril ha quasi dodici anni e una sola idea fissa: ritrovare il padre che lo ha lasciato temporaneamente in un centro di accoglienza per l'infanzia. Incontra per caso Samantha, che ha un negozio da parrucchiera e che accetta di tenerlo con sé durante i fine settimana. Cyril non è del tutto consapevole dell'affetto di Samantha, un affetto di cui ha però un disperato bisogno per placare la sua rabbia.

Cyril has almost twelve years and one fixed idea: to find the father that left him temporarily in a shelter for children. Accidentally meets Samantha, who has a shop and a hairdresser who agrees to keep him on the weekends. Cyril is not fully aware of the affect of Samantha, an affection that does have a desperate need to placate his anger.








Mr. Beaver

(The Beaver)

Walter Black, presidente di un'azienda di giocattoli sull'orlo dl fallimento, soffre di una grave forma di depressione. Quando la moglie lo caccia di casa, trova la marionetta di un castoro (beaver) e inizia ad animarla. Walter diventa cosi' simpaticissimo, un vero vulcano di energia e di idee. Riesce a riconciliarsi con la moglie e il figlio piccolo e a riportare l'azienda al successo. Ma presto, The Beaver, diventa troppo ingombrante e, infine anche pericoloso.

Walter Black, president of a company toys on the brink of bankruptcy dl, suffers from a severe form of depression. When his wife throws him out of the house, is the puppet of a beaver (beaver) and begins to animate it. Walter becomes so 'nice, a real volcano of energy and ideas. He manages to reconcile with his wife and infant son and restore the company to success. But soon, The Beaver, becomes too cumbersome and ultimately dangerous.