
John Tyree è un soldato delle forze speciali in licenza tre settimane sulle spiagge dell'Atlantico. Savannah Curtis è una studentessa idealista in vacanza davanti allo stesso oceano. Stregati dalla luna, John e Savannah vivono tre settimane intense, si giurano amore eterno e si danno appuntamento l'anno successivo. Molti esami, missioni militari e lettere d'amore dopo, gli innamorati si ritroveranno per separarsi per sempre a causa dei drammatici fatti dell'undici settembre. John, fedele alla patria e alla bandiera, rinnova il suo impegno con l'esercito, soffocando devozione e intenzione nella sua amata. Rientrato dall'Afghanistan diversi anni dopo scoprirà però che il fuoco del loro sentimento non si è mai spento. Trasposizione dell'ennesimo romanzo lacrimoso di Nicholas Sparks, Dear John è un dramma incline al mèlo che prova a contrastare luna e saga di Stephenie Meyer, rappresentando la normalità di insicurezze post-adolescenziali a fronte di un contesto eccezionale e minaccioso. Se in The Twilight Saga la singolarità è data dalla natura di redivivo del protagonista, nel film di Lasse Hallström sono gli attacchi dell'undici settembre e la conseguente ‘rappresaglia' contro il terrorismo l'anomalia che interviene a separare gli amanti. Channing Tatum, virile e ‘ben piantato', è di fatto il rivale di Robert Pattinson, freak pallido rimpiazzato con un licantropo. Amanda Seyfried, sognatrice e virtuosa, è invece antagonista della più competente e meno conveniente Belle di Kristen Stewart. Ma se l'amore dannato di Edward e Belle li spingerà verso l'altare, più complesso sarà da realizzare il sentimento epistolare di un soldato e della sua giovane “sposa di guerra”, che sfideranno attentati, guerre e destino con la più rettilinea delle storie d'amore. Rettilinea almeno nelle intenzioni e contrastata quanto è inevitabile che sia in situazioni di emergenza. Il principio del film è quello della distanza fisica tra gli amanti, il proponimento è quel “rivediamoci qui tra un anno” che fa maturare la più asessuata delle attrazioni, la figura chiave la liberazione all'ultimo minuto dei sentimenti che ‘sopprime' ‘l'altro uomo' in carica con le ore chiaramente contate. La vellutata morbidezza dei protagonisti, della fotografia e delle parole di Sparks è lo strumento addizionale per dire del loro amore, il cui impossibile appagamento per ragioni belliche non diventa certo manifesto di grande umanità contro la guerra. Il dramma addomesticato (quanto un cucciolo di razza Akita) di Hallström è lontano dalla creativa sensibilità melodrammatica di Addio alle armi o dalla ricostruzione visiva di sentimenti senza freni. Con Dear John siamo piuttosto dalle parti degli “strappalacrime” e della chimica delle emozioni. Onde e gabbiani, luci e riflessi, muscoli tonici e curve carezzevoli, concorrono a produrre un
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